Robert Shelton Mackenzie
1806, Drew’s Court, Co. Limerick, Irlanda — 1881, Philadelphia, Pennsylvania, U.S.A.
Nulla dies sine linea.

Il più famoso della famiglia Mackenzie aveva una voce enciclopedica a lui dedicata ancora prima della sua morte.
In The New American Cyclopaedia — Popular Dictionary Of General Knowledge,
a cura di George Ripley e Charles A. Dana e pubblicata da pubblicata da
D. Appleton & Company, nel Volume 11 uscito nel 1861:
MACKENZIE, ROBERT SHELTON, D.C.L., giornalista britannico e americano, nato a Drew’s Court, Limerick Co., Irlanda, il 22 giugno 1809. Fu educato in una scuola a Fermoy, dove suo padre, originariamente ufficiale dell’esercito britannico, occupava la posizione di direttore delle poste; e all’età di 13 anni fu apprendista presso un farmacista-chirurgo a Cork, presso il quale rimase 3 anni. Dopo aver superato l’esame di medicina aprì una scuola a Fermoy e nel 1829, avendo già avuto una certa esperienza come giornalista, divenne redattore di un giornale nazionale pubblicato nello Staffordshire, in Inghilterra. Nel 1830–31 fu impiegato a Londra per scrivere biografie per un’opera chiamata “Georgian Era” e per rivedere i contributi di altri; e per diversi anni lavorò come redattore di diversi giornali, tra cui il “Liverpool Journal”. Tra il 1834 e il 1851 fu corrispondente inglese del “New York Evening Star”, oltre a contribuire ampiamente a vari periodici americani. Nel 1845 divenne redattore e co-titolare di un giornale ferroviario a Londra, e nel 1847 fu un membro attivo della società di emendamento della legge di Lord Brougham. Nell’ultima parte del 1852 arrivò a New York, dove per diversi anni fu scrittore per alcuni dei principali giornali; e nel 1857 divenne redattore letterario e straniero della “Philadelphia Press”, posizione che ricopre tuttora. Oltre al suo lavoro come giornalista, è stato un autore prolifico di opere originali e compilazioni, dal 1829 ad oggi. Tra questi ricordiamo: “Lays of Palestine” (1829); “Titian”, romanzo d’arte, la cui scena è ambientata a Venezia (3 voll. 8vo., 1843); “Partnership en Commandité”, un trattato giuridico e commerciale sui vantaggi di quel sistema (8vo., 1847); “Mornings at Matlock” (3 voll. 8vo., 1850), una raccolta di pezzi apparsi singolarmente in varie riviste; “Sketches of the Irish Bar” di Sheil (New York, 1854), con memorie e note; un’edizione delle “Noctes Ambrosianæ”, con schizzi dei principali contributori e numerose note (5 voll. 12mo., New York, 1854); “Bits of Blarney” (12mo., 1855); un’edizione della vita di Curran a cura di suo figlio (12mo., 1855); uno degli scritti del dottor William Maginn (5 voll. 12mo., 1855–7) e altri. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo: “Tressilian e i suoi amici” (12mo., 1859), e un’edizione delle “Memorie di Robert Houdin” (1859).
Una
carriera da onesto mestierante, tanto giornalismo, autore di svariate
curatele, biografie e qualche opera di narrativa. Niente che sia mai
stato inserito in una qualche antologia di letteratura anglo-americana.
La sua presenza come voce enciclopedica potrebbe spiegarsi con una certa
notorietà tra i contemporanei per imprese extra-letterarie.
Oppure.
Se si arriva a leggere fino alla fine del Volume 16 della Nuova Enciclopedia Americana, l’ultimo uscito nel 1866, si scopre la lista dei contributori, nella quale guarda caso, compare:
R. Shelton Mackenzie, D. C. L., Philadelphia, Penn.
Advertisment, Autograph, William Beckford, George Brummel, Richard Bentley, Bishop Burnet, William Cobbett, &c.
In quel &c., potrei sbagliare, ma secondo me c’è anche la propria biografia, che a questo punto considererei piuttosto un’autobiografia.
La storia si ripete in Cyclopaedia of American Literature, a cura dei fratelli Duyckinck, nel secondo volume stampato a Boston da Charles Scribner nel 1866, dopo aver riportato quasi pari pari la voce della enciclopedia di Appleton, abbellendo giusto qua e là:
- il padre appare solo come ufficiale militare e non più come direttore di un ufficio postale
- specifica che il giornale americano per il quale è stato corrispondente estero è il New York Daily Times del maggiore Noah
- aggiunge che a Philadelphia cura anche l’edizione del Publishers’ Circular
Essendo passati alcuni anni dalla precedente biografia, questa poi continua provvedendo a mettersi al passo coi tempi.
Il dottor Mackenzie ha recentemente scritto due opere di biografia letteraria che sono a loro modo modelli, avendo una padronanza dei dettagli illustrativi che riassume la ricerca di anni all’interno di un duodecimo, fino all’esaurimento dell’argomento, e un facile fascino di stile che tiene l’attenzione del lettore fino alla fine. Questi sono: The Life of Charles Dickens: Personal Recollections and Anecdotes-Letters di Boz mai pubblicati prima, e Uncollected Papers ir Prose and Verse, 1870; e Sir Walter Scott: la storia della sua vita, 1871. Pochi letterati d’America avrebbero potuto creare una raccolta così copiosa di incidenti e aneddoti degni di conservazione, da fonti scritte e non scritte, per mostrare fedelmente il carattere e gli scritti di questi principali romanzieri dei tempi moderni.
Il dottor Mackenzie è uno scrittore industrioso e rapido, con una padronanza approfondita degli incidenti letterari, degli aneddoti e dei pettegolezzi. Iniziò a preparare la sua edizione delle Noctes Ambrosianæ nell’ultima settimana di aprile 1854, dopo aver ricevuto la notizia, tramite piroscafo, della morte del professor Wilson il 3 aprile, l’opera fu pubblicata in tempo record il 15 agosto, suddividendo il lavoro tra cinque diverse tipografie. La Vita di Dickens, iniziata il 15 giugno e pubblicata il 3 agosto, fu scritta in cinque settimane; e la biografia di Scott tra l’ultima settimana di marzo e il giorno della pubblicazione in occasione del centenario di Scott, il 15 agosto.
Ha ricevuto la laurea honoris causa in giurisprudenza dall’Università di Glasgow all’età di venticinque anni e successivamente è stato ammesso come dottore in diritto civile a Oxford.
Nel quinto volume de The Fraserian papers of the late William Maginn la dedica comprende anche
Mr. Evert A. Duyckinck, per l’uso dei libri della sua bella collezione
Mi viene facile pensare che l’amico Robert avesse chiesto il favore di aggiornare la sua bibliografia.
Lo schema credo si ripeta con Samuel Austin Allibone, A
critical dictionary of English literature, and British and American
authors, living and deceased, from the earliest accounts to the middle
of the nineteenth century. Containing thirty thousand biographies and
literary notices, with forty indexes of subjects. Philadelphia: J. B. Lippincott & Co., 1870.
Nella prefazione al suo Sir Walter Scott: The Story of his Life, Robert Shelton Mackenzie chiama in causa il curatore del Dizionario Critico,
il bibliofilo e bibliotecario Allibone, definendolo amico, ispiratore e
collaboratore. Così a scavare oltre, viene fuori che lo zio Robert
collaborò alla stesura di alcune biografie comprese nell’opera di
Allibone. Mi viene naturale immaginare che tra queste ci infilò anche
stavolta la propria quasi a ragguagliare passo passo il proprio curriculum:
Mackenzie, R. Shelton, M.D., D.C.L., n. 1808, a Limerick, Irlanda, è il secondo figlio del capitano Kenneth Mackenzie, autore di un volume di poesia gaelica, Glasgow, 1796, (ante.) Il soggetto di questa voce ha studiato medicina a Cork e si è laureato a Dublino, ma non ha esercitato. Si è dedicato alla letteratura fin dal diciottesimo anno, quando ha intrapreso la direzione di un giornale in Inghilterra, incarico che ha continuato, in varie località, fino al 1845, quando è diventato segretario londinese di una compagnia ferroviaria, incarico da cui si è dimesso nel 1851. Nell’intervallo contribuì ampiamente ai principali periodici e annuali in Inghilterra e in America; e, scrivendo un notiziario settimanale al New York Evening Star, dal 1834 fino alla morte di quel giornale, fu il primo corrispondente europeo regolarmente salariato della stampa americana. È stato reso L.L.D. dell’Università di Glasgow nel 1834, e D.C.L. di Oxford nel 1844. Pubblicato Lays of Palestine nel 1828, 12mo; scrisse una parte considerevole di The Georgian Era, 1832–34; Titian, romanzo d’arte veneziano, nel 1843, 3 voll. P. 8vo; una Vita di Guizot, (come prefazione a una traduzione di La democrazia e la sua missione) nel 1846; Partnership “en Commandite”, un’opera commerciale legale, nel 1847, 8vo; Mornings at Matlock, una raccolta di storie, 1850, 3 voll. P. 8vo. Venne a New York nel 1852, dove ha continuato a collaborare con la stampa e ha curato, con note molto copiose e biografie originali degli autori, Sketches of the Irish Bar di Sheil, 1854; Le Noctes Ambrosianæ del Blackwood’s Magazine, 1854; Klosterheim di De Quincey, 1855; Vita di Curran, 1855; O’Briens e O’Flaherties di Lady Morgan, 1857; Opere varie del dottor Maginn, 1855–57. Le sue opere originali in America sono state Bits of Blarney; Tressilian, o i cantastorie, 1857. Ora è impegnato nella preparazione di tre nuove opere, vale a dire: Poetry and Poets of Ireland, Men of NinetyEight, Actors and Actresses, e contempla nuove edizioni di molte altre. Da quando è stato scritto quanto sopra, il dottor Mackenzie si è trasferito (agosto 1857) a Filadelfia e ha assunto i compiti legati alla direzione estera e letteraria di The Press, un nuovo quotidiano di quella città.
E come conclusione alcune considerazioni piuttosto soggettive:
La personalità pervasiva, lo spirito vivace e la grande accuratezza degli appunti del dottor Mackenzie come editore di libri costituiscono il loro valore. La sua vita è trascorsa in intimità e corrispondenza con i letterati e i politici del suo tempo, e ha una memoria prodigiosa per date, eventi e persone, che trabocca di espressione quando mette la penna sulla carta. Tale è anche la sua conversazione, piena di aneddoti di persone e cose notevoli e notevoli e nessuno penserebbe, dalla sua vivace conversazione, che avesse quasi esaurto le biblioteche come lettore e che contribuì a riempirle come scrittore.
Il lettore troverà nella sua edizione molte delle interessanti reminiscenze del dottor Mackenzie dei suoi illustri contemporanei letterari. di Noctes Ambrosianæ, (vedi Indice.) Consulta anche la Vita e la corrispondenza di Robert Southey per i ricordi di Mackenzie del primo, e una lettera caratteristica (Keswick, 3 novembre 1837) da Southey a Mackenzie.
Questa enciclopedia addirittura esagera, dedicando una voce pure al genitore:
Mackenzie, capitano Kenneth, padre di R. Shelton Mackenzie, D. C. L. (post), fu l’autore di un volume di poesia gaelica pubblicato a Glasgow nel 1796.
E una al nipote:
Mackenzie, Kenneth, Dr. C. R. Lepsius’s Discoveries in Egypt, Ethiopia and the Peninsula of Sinai in 1842–45, edito, con Note, da K. M.; 2a ed., Lon., 1853, 8vo. Il valore di quest’opera è ben riconosciuto.
Tale “autobiografia” venne da quel momento ripresa da tutte le successive occorrenze, ogni qual volta si celebrasse l’autore R. Shelton Mackenzie, quasi parola per parola, senza aggiungere nulla di nuovo, fino a essere per così dire ufficializzata in Sidney Lee, Dictionary of National Biography, Vol. XXXV, New York: MacMillan and Co., 1893.
Al vaglio dei fatti narrati in questa biografia ufficiale, con il riscontro dei documenti d’archivio, burocraticamente sinceri, si palesano alcune incongruenze. O meglio, degli abbellimenti letterari, immagino dettati dalla vanità. Sfido a trovare qualcuno che abbia scritto la propria autobiografia senza romanzarla un po’.
Partiamo proprio dall’inizio. La data di nascita. Ovunque viene riportato il 22 giugno 1809, una volta 1808. Ma Edward Nash, il curato della parrocchia di Kilmeedy nella diocesi di Limerick, certificò per la pensione della vedova Mackenzie di aver battezzato Robert Shelton il 9 luglio 1806.

E il registro della diocesi di Kilmeedy conferma la buona memoria del curato.

Togliersi tre anni era un vezzo o una falsificazione mirata a ottenere qualcosa?
Lo
penso perché dopo essere stato educato in una scuola di Fermoy, iniziò
effettivamente l’apprendistato con un farmacista chirurgo come riportato
nel registro dei farmacisti d’Irlanda 1736–1920
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| Royal College of Physicians of Ireland; Dublin, Ireland; Ireland Apothecary Records; Reference: AH/5/1/2 |
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| Royal College of Physicians of Ireland; Dublin, Ireland; Ireland Apothecary Records; Reference: AH/5/2/2 |
in cui è certificato come apprendista il 22 dicembre 1820, residente a Cork, diciassette anni d’età. In questo caso gli convenne invece farsi passare per tre anni più anziano.
Gli studi non si conclusero con la laurea in medicina a Dublino. Nel 1825 cessò di percepire la pensione di orfano e lo stesso anno lo troviamo che aveva abbandonato il mestiere imparato e stava insegnando nella scuola di King Street a Fermoy, che potrebbe essere la stessa frequentata durante l’infanzia oppure una nuova da lui stesso fondata, a seconda delle versioni.
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| Education in Ireland: Reports from Commissioners 1801 -1826 Vol. 121; Year Range: 1801–1826 |
Sempre nello stesso anno si sposò. Nella diocesi di Cork & Ross convolò a nozze con Mary Burgess e nel The Dublin and London Magazine dell’ottobre 1825, comparve una poesia dedicata a una donna, firmata Sholto da Fermoy.
Sotto pseudonimo, il figlio ripercorreva la strada del padre, il gene della scrittura era stato tramandato.
Sholto si vide pubblicate altre tre poesie sul The Dublin and London Magazine,
a gennaio, marzo e aprile del 1826, tutte firmate da Fermoy. Poi, nello
stesso periodico, a ottobre e novembre dello stesso anno, comparvero un
altro paio di componimenti, entrambi dedicati alla moglie,
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che erano però firmati con il suo nome di battesimo e scritti dall’altra parte del canale di San Giorgio, a Hanley nello Staffordshire, dove intanto nacque il suo primo figlio.
Nome: Robert Shelton Mackenzie
Nome del padre: Robert Shelton Mackenzie
Nome della madre: Mary
Evento: Battesimo
Data dell’evento: 29 Ottobre 1826
Luogo dell’evento: Hanley, Staffordshire, England, United Kingdom
Che successivamente compare nel censimento del 1851 come residente a Londra.
Name: Robert S. Mackenzie
Anno di nascita stimato: 1827
Luogo di nascita: Hanley, Staffordshire
Stato civile: coniugato (Elizabeth C., di vent’anni, nata a Eastwick nell’Essex)
Occupazione: Clerk In The Customs (avuta, come vedremo in seguito, per un favore che Sir Robert Peel doveva al padre Robert Shelton)
Luogo dell’evento: Saint Pancras, Middlesex, England
Fu sepolto a Lambeth nel luglio del 1868, sembrerebbe senza eredi.
Robert Shelton e Mary ebbero anche una figlia, Maria Jane, nata nel 1828 e morta a soli otto anni.
Nome: Maria J. Mackenzie
Sesso: Femmina
Età: 7 anni
Anno di nascita (stimato): 1829
Evento: Sepoltura
Data dell’evento: 9 Maggio 1836
Luogo dell’evento: Liverpool, Lancashire, England
Cimitero: Necropolis
Una mattina, prima di recarsi a scuola, il giovane Robert Shelton aveva letto su un giornale di Cork un annuncio in cui si informava che c’era bisogno di un redattore per un giornale nello Staffordshire. Rispose e ottenne l’appuntamento. Fu così che salpò su un traghetto e si ritrovò sulle sponde opposte alla sua terra natia. Evidentemente ottenne il posto.
Anche
anni dopo la sua partenza, molte storie venivano ancora raccontate a
Limerick e Cork dagli abitanti più anziani, che conservano molti
aneddoti sul giovane Robert. Ricordano soprattutto il suo valore
personale, la sua galanteria e la difesa della bellezza (mi sa tanto di
eufemismo per dire fatale attrazione per le belle donne).
Tutti a
Cork conoscevano la sua passione per la musica, non si poteva non averlo
visto né sentito cantare Groves of Blarney, St. Patrick’s Day in the
Morning e Hail Columbia mentre maneggiava pestello e mortaio per la
preparazione delle droghe.
Musica e medicina erano comunque state accantonate, in favore della carriera giornalistica. Molto in anticipo rispetto al fratello maggiore, John Campbell in quel periodo stava pensando seriamente di prendre i voti.
Qualunque fosse stato il giornale dello Staffordshire, l’esperienza fu fugace, già alla fine dello stesso anno pare si apprestasse a traslocare nuovamente.
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Alla fine forse non si trasferì mai nel Cardiganshire, del foglio Welsh Iris infatti non si hanno più notizie. Ovunque fosse in quel periodo, continuò comunque a scrivere e inviare poemetti, che trovarono spazio sul The Imperial Magazine, Or, Compendium of Religious, Moral, & Philosophical Knowledge e in una collana di riviste edite da James Robins a Londra: The Ladies’ pocket magazine, The Gentleman’s Pocket Magazine and Album of Literature and Fine Arts e The Pocket Magazine.
Fu quasi sul punto di pubblicare una propria antologia:
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Da una ricerca nei cataloghi delle principali biblioteche sembrerebbe che alla fine anche questa impresa non andò in porto. Nelle sue biografie e nelle presentazioni di sue opere, viene quasi sempre menzionato che nel 1828 riuscì finalmente a pubblicare la sua opera prima, intitolata Lays of Palestine, della quale però, come il precedente Facts and Fancies, non c’è traccia. Forse perché come fece notare una rivista letteraria un paio d’anni dopo:
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| The Edinburgh Literary Journal: Or, Weekly Register of Criticism and Belles Lettres, 30 ottobre 1830 |
Che oltre a chiarire come l’opera non fosse ancora andata in stampa, lo accreditava nel frattempo come collaboratore di altre riviste letterarie.
Intanto nel 1828 comparve su diversi giornali il seguente annuncio:
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| The Dublin Mercantile Adverrtiser, 18 agosto 1828 |
e tra i sottoscrittori della contea di Cork c’erano i nomi di Robert Shelton e del fratello Rowland Hill. Il che è molto strano, essendo entrambi anglicani, nonostante le origini paterne scozzesi e irlandesi per via materna, come testimoniato da tutte le cerimonie della famiglia, avvenute in chiese protestanti. Forse si trattava di una presa di posizione politica più che religiosa, una provocazione, una forma di ribellione giovanile.
Alla fine del 1828 Robert Shelton era a Birmingham, editore del Birmingham Journal,
il giornale che William Hodgetts aveva fondato per dar voce ai
conservatori della città. Mackenzie condusse la linea editoriale su
posizioni ultra-Tories, attaccando veementemente l’emancipazione
cattolica, a tal punto che le finanze del giornale si rianimarono,
mostrando così, nelle parole di un commentatore comprensivo, come «la
differenza tra un editore sociniano e un editore protestante fosse molto
percettibile».
Quando Mackenzie divenne redattore, il giornale
contava appena 750 lettori. Quando se ne andò, i numeri erano saliti a
1.250, con una media sui dodici mesi, dal 1829 al 1830, di circa mille
copie, «una tiratura superata da pochissimi giornali provinciali nel
Regno» diceva, ma non si stava vantando. Secondo lui infatti l’aumento
generale della circolazione dei giornali durante gli anni 1830–32 era
dovuto alla politica. «Il Consiglio politico generalmente ordina 200
riviste, ogni volta che i loro atti vengono registrati o viene inserita
qualsiasi loro pubblicità».
In ogni caso, proprio per replicare quel successo, fu chiamato a novembre del 1829 a dirigere il Carlisle Patriot di Robert Perring, un’altra cassa di risonanza per gli interessi fondiari, commerciali e manifatturieri e della Chiesa costituita. L’avventura fu anche qui particolarmente breve, ma non quanto la successiva. Nel 1830 era di nuovo a Brum per dirigere la Birmingham Free Press, che tempo sei settimane e chiuse i battenti. Passò quindi a un altro giornale, sempre di orientamento decisamente Tories, il Derbyshire Courier, tra il 1831 e il 1833.
Alla professione di giornalista continuava ad affiancare quella più velleitaria di poeta. The Royal Lady’s Magazine pubblicava diversi componimenti di Robert, tra i quali uno dedicato a un ritratto di Lady Peel (mi piace pensare che questa adulazione sia all’origine del favore che Lord Peel fece a Robert Shelton).
Agli inizi del 1831 mentre era di nuovo di stanza a Londra, un altro fatto curioso, come quello del sostegno ai cattolici irlandesi. Il Birmingham Argus, un foglio riformista fondato fa George Ragg (1782–1836) nel 1818, venne coinvolto in alcun polemiche che sfociarono in un processo per diffamazione.
Sul Birmingham Journal del 29 gennaio apparve un articolo intitolato Duello scongiurato che raccontava di un certo Mr. Blunt che scoprì di non essere stato ammesso come membro al Birmingham Card and Dancing Party a causa di una voce sul suo conto che fosse un collaboratore dell’Argus. Intenzionato a scoprire l’origine della calunnia, risalendo la catena di passa parola, arrivò a Robert Shelton. Un tal Mr. Turley sosteneva che durante un ricevimento a casa di Mr. Swann, durante una conversazione col Dr. Mackenzie, che riteneva essere l’editore del giornale, questi gli rivelò che alla redazione era arrivato un articolo intitolato Civis, che parlava proprio di Mr. Turley, ma era stato cestinato. Alla domanda su chi fosse l’autore, Mackenzie insinuò che fosse Mr. Blunt. Al che, il chiamato in causa rispose, con una lettera apparsa sull’Aris’s Birmingham Gazette del 14 marzo:
Sento che è dovuto al mio carattere, per quanto distruttivo per quello di un’altra persona, affermare che il sig. Turley è ora — nonostante la sua lettera sulla vostra Gazette di lunedì scorso — l’autore dichiarato di alcuni articoli medici sul “Birmingham Argus”. Questa comunicazione è profondamente dolorosa, ma è dovuta a me e alla società.
Devo aggiungere che durante il periodo di pubblicazione di questi articoli non ero in contatto con il giornale.
Se
non che, giusto pochi giorni dopo iniziò un vero e proprio processo in
tribubale. Il caso Joseph Parkes vs. Joseph Allday e William Chidlow.
Parkes accusava Allday e Chidlow in quanto rispettivamente editore e stampatore del Birmingham Argus,
di essere i responsabili per la pubblicazione di articoli contro di lui
— e altri erano in preparazione — ritenuti scandalosi, vergognosi e
infamanti.
Mackenzie fu chiamato a testimoniare:
Sono stato editore del Birmingham Journal da novembre del 1828 al novembre del 1829. Durante quel periodo conobbi Allday e già al primo incontro mi disse di essere l’editore di quel mensile. Gli consigliai di cambiare il formato della sua rivista da un piccolo quarto a un ottavo, come è effettivamente ora. Tra agosto e settembre scrissi alcuni articoli, principalmente letterari, per l’Argus. Poi i nostri rapporti cessarono. Almeno fino a maggio dell’anno successivo, cioè da quando, fino poi a febbraio di quest’anno, fui pagato come collaboratore (…)
Verso la metà di dicembre scorso mi inviò le carte di una certa inchiesta alla quale stava lavorando, ma che, mi disse, non riusciva a mettere a fuoco. Dobbiamo scrivere un articolo contro il Pubblico Ministero Parkes, aggiunse. Procuratore: E lei lo scrisse?
Testimone: Certo, quando completai il mio compito, mi recai personalmente da Mr. Allday in carrozza per consegnarglielo.
Quanto dichiarato solennemente nella replica sull’Aris’s Gazette era quindi una volgare mistificazione. E sebbene mantenesse pubblicamente una facciata da ultra conservatore, poi in segreto collaborava con un giornale radicalmente progressista. Tanto per dire che Robert Shelton sapeva ben mentire.
Come nella sua biografia ufficiale, in cui fa saper che dopo l’apprendistato in farmacia, si sarebbe laureato in medicina a Dublino. Ma nei registri del Trinity College, a differenza di suo fratello maggiore John Campbell, non risulta nemmeno mai immatricolato. A fornirgli il fino ad allora millantato titolo ci pensò nell’aprile del 1834 il Senatus Academicus dell’Università di Glasgow, che gli conferì la laurea honoris causa in Giurisprudenza e quindi il fregio di Legum Doctor (LL.D.).
Nel database dei quotidiani del periodo antebellico raccolto da Wendy Katz per le sue ricerche, c’è una nota del 16 ottobre 1835 presa dal The Sun di New York:
R. Sheldon Mackenzie è il corrispondente di Liverpool sia per Eve Star che per NY Mirror, un idiota consumato, si fa beffe del suo titolo LLD, inutili chiacchiere.
Nel 1835 infatti si era spostato ancora, a Liverpool appunto. Era diventato editore del Liverpool Journal e assistente di R. Alexander al Liverpool Mail. Uno liberale, l’altro conservatore. In questo periodo iniziò a collaborare come corrispondente estero per l’Inghilterra del New York Evening Star del maggiore Mordecai Noah. I suoi contributi pare fossero particolarmente apprezzati oltreoceano, si diceva che con lui la tiratura fosse aumentata da 3000 a 12000 copie giornaliere. Fu il primo e per diverso tempo l’unico corrispondente estero regolarmente pagato dalla stampa americana. Successivamente contribuì allo Star con articoli su politica, letteratura, moda e "pettegolezzi della bella vita" fino al 1851.
Il 13 luglio venne iniziato al grado di apprendista nella Merchants Lodge di Liverpool, passato compagno il 26 marzo 1836 ed elevato a maestro il 14 maggio 1838. Frequentò la loggia fino a quell’anno, prima di raggiungere Londra, dove si riunì ai fratelli John Campbell e Rowland Hill, che avevano trovato casa nella capitale già da qualche anno. Per poco però, perché nel 1839 era ad Aberdeen, quasi sicuramente per lavorare all’Aberdeen Constitutional. Ma anche qui il soggiorno fu breve, nel censimento del 1841:
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| Class: HO107; Piece: 927; Book: 13; Civil Parish: St Mary; County: Shropshire; Enumeration District: 1; Folio: 11; Page: 14; Line: 2; GSU roll: 474591 |
Borough of Shrewsbury
Parish of St. Mary
Luogo: Castle street
Robert Mackenzie / Età 30 / Genere Maschile / Professione Editore del Salop. Jl.
Mary Mackenzie / Età 30 / Genere Femminile
Robert Mackenzie / Età 14 / Genere Maschile
A Shrewsbury era già arrivato nel 1840.
Il
17 febbraio venne infatti ammesso nella loggia massonica locale, la
Salopian Lodge. Dalle minute risulta che frequentò i lavori solo fino
all’anno successivo. Più o meno quando assunse la direzione del Salopian Journal, l’organo del Partito Conservatore nello Shropshire, politicamente opposto al Shrewsbury Chronicle.
I maggiori attacchi gli arrivavano però dalle pagine dell’amico Shropshire Conservative,
direttamente dalla penna del proprietario T. J. Ouseley. Tanto che il
24 agosto 1841 Mackenzie si mosse per querelarlo. Lo accusava di aver
pubblicato una serie di affermazioni calunniose sul suo conto. I
magistrati decisero per il non luogo a procedere.
Durante
la settimana del festival musicale di Shrewsbury, il 10, 11 e 12
novembre 1841, la cantante Miss Sullivan si esibì in alcuni concerti al
Music Hall. Il Dr. Mackenzie si occupava anche della critica musicale e
sulle colonne del Salopian Journal vergò una stroncatura per l’artista.
Qualche giorno dopo il conte Albizzi,
maestro di lingue moderne alla Shrewsbury School, si recò al negozio
del signor Eddowes con lo scopo, come dichiarò, di fustigare l’editore,
ma l’opportunità gli fu negata. Poco dopo Albizzi incontrò Mackenzie
nella piazza del mercato e gli sputò in faccia. Quest’ultimo colpì poi
il Conte con il bastone da passeggio, ne seguì una rissa e presto i due
rotolarono a terra. Il Dottore tentò di estrarre una pistola che
portava, e che probabilmente avrebbe usato, se non fosse stato fermato
con la forza da Sam Farlow, il capo della polizia opportunamente
comparso sulla scena. All’epoca non era comune per i cittadini girare
armati, di conseguenza tale fatto avrebbe dovuto avere una qualche
conseguenza penale, ma anche in questo caso probabilmente la faccenda fu
messa a tacere.
Tra attacchi e difese, verbali e fisiche, in quegli anni ebbe anche il tempo di comporre la sua prima opera in prosa
Titian: a romance of Venice, tre volumi, Londra: Richard Bentley, 1843.
Dopodiché, nel 1844, le sue lettere a William Henry Fox Talbot, sono scritte da Oxford dove probabilmente lavorava per l’Oxford Herald. Qui, a marzo, venne eletto membro onorario della Ashmolean Society, occasione nella quale lesse un saggio sulla glifografia. Questo fatto potrebbe essere stato poi trasformato nella sua biografia ufficiale nel titolo di Doctor of Civil Law (D.C.L.) ottenuto a Oxford.
Nel
1845 di nuovo a Londra, in Moorgate-street, prima al 35 e poi all’1,
ritrovò il fratello Rowland Hill, con il quale condivideva la passione
per le compagnie ferroviarie e la massoneria.
Tra il 1845 e il 1850 ricoprì la carica di segretario di almeno tre società per la realizzazione di ferrovie:
* Leeds, Huddersfield, Sheffield and South Staffordshire
* Derbyshire, Staffordshire and Worcestershire Junction Railway Co.
* East & West Junction Railway
Il 17 febbraio 1848 fu ammesso alla Royal York Lodge of Perseverance (mentre risiedeva al 21 di Cornhill), dove il fratello Rowland Hill era stato iniziato nel 1843.
Un evento tragico colpì Robert, la morte della moglie Mary il 6 marzo a St. Paul’s terrace, Islington.
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All’epoca
sembra che Robert fosse impegnato con le attività della Law Amendment
Society di Lord Brougham e grazie a una sua raccomandazione nell’agosto
del 1850 ottenne il posto di Official Assignee alla Bankruptcy Court di
Manchester.
A gennaio del 1851 la morte improvvisa di Mr. Hobson, Senior
Official Assignee, comportò una promozione per Robert Shelton a soli
pochi mesi dalla sua assunzione.Sembrava l’inizio di una nuova vita, ma da subito poco promettente. I guai cominciarono ad arrivare.
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E non bastasse, gli arrivò anche un’accusa di appropriazione indebita che lo portò in tribunale come imputato.

Sotto minaccia di un’azione disciplinare sul lavoro, ma con un’assoluzione appena ottenuta, Robert Shelton decise di risposarsi.

Il
28 agosto 1851 nella Cathedreal and Parish Church di Manchester, con
Harriette Georgina, figlia dell’avvocato Edward Taylor Dickenson.
Tutto apparantemente procedeva bene, almeno fino a metà del 1852. Poco dopo la nascita della loro figlia Violet May il 5 giugno,

Robert Shelton sparì. Come risulta dal registro qui sopra, non ci fu nemmeno il tempo di battezzare la piccola (il sacramento fu celebrato in seguito, il 5 marzo del 1853). Il primo agosto aveva raccontato alla moglie che sarebbe andato a Londra per tre settimane a sistemare degli affari e nel caso si fosse dovuto trattenere di più, le avrebbe scritto per invitarla a raggiungerlo. Da quel momento non fece più sapere nulla di sé. Anche sul lavoro la sua mancanza venne notata.
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Si giustificò sul lavoro, ma non a casa.
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Potrebbe essere un colmo, un funzionario del tribunale fallimentare che dichiara bancarotta.
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Dopo essere stato qualche mese a Parigi per organizzarsi, probabilmente ospite del fratello John Campbell, il 17 dicembre si imbarcò all’ultimo minuto sulla nave New York del capitano William C. Thompson, che dal porto di Le Havre lo avrebbe condotto proprio nella città di New York, negli Stati Uniti.
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| New York Passenger Lists, 1820–1891, , FamilySearch (https://www.familysearch.org/ark:/61903/1:1:2758-YSF : Sat Mar 09 20:07:51 UTC 2024), Entry for Robert Shelton Mackenzie, 1852. |
La stampa britannica del 1853 pubblicava diversi annunci che anticipavano l’uscita de
Noctes ambrosianæ, by the late John Wilson and Wm. Maginn, L.L.D., J. G. Lockhard, James Hogg, &c; with memoirs and notes by R. Shelton Mackenzie, v. 1., New York: Redfield, 1854
e di
Sketches of the Irish bar, by the Rt. Hon. Richard Lalor Sheil; with memoir and notes by R. Shelton Mackenzie, New York: W. J. Widdleton, 1854.
Solo
a quel punto pensò di ricontattare la moglie, che nel frattempo veniva
ospitata a turno del padre, da altri parenti e alcuni amici. A settembre
Harriette Georgina ricevette una lettera dal marito. Lui la esortava a
ricongiungersi tutti insieme, compresa la figlioletta, nel Nuovo Mondo.
La
giovane moglie partì immediatamente e si stabilì nella di lui residenza
in Eleven Street a New York. All’epoca Robert Shelton aveva un posto
come critico musicale e letterario al Sunday Times e al New York Daily Times (oltre a essere il corrispondente dalla Grande Mela per il San Francisco Bulletin),
la sua posizione sociale e lavorativa gli consentiva di provvedere
senza problemi al sostentamento della famiglia. Se non che, nemmeno il
tempo per Harriette di ambientarsi, che il marito la informò dei suoi
progetti. Nel caso avesse avuto intenzione di fermarsi a vivere lì con
lui, ella avrebbe dovuto intraprendere la carriera di attrice e dai suoi
successi sarebbe dipeso interamente il mantenimento di sé stessa, del
marito e della figlia. Lui si sarebbe occupato semplicemente di
accompagnarla per i vari palcoscenici delle città che avrebbe visitato
con le sue tournée da artista.
Harriette non era mai stata
un’attrice e mai aveva pensato di diventarlo. Al suo rifiuto a
partecipare a quel grottesco piano di vita, il marito le negò di che
sopravvivere. Così la poveretta fu costretta, dopo sole cinque
settimane, a fare ritorno in Inghilterra dal padre.
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Il 3 dicembre 1855 il Liverpool Albion pubblicò la notizia:
DR. R. SHELTON MACKENZIE, LL.D. — Questo personaggio, già ben noto per i suoi rapporti con la stampa di Liverpool, e successivamente come ufficiale del tribunale fallimentare di Manchester, dal quale si ritirò bruscamente alcuni anni fa, è morto dopo poco tempo dal suo arrivo in America, dove si trovava coivolto nella letteratura periodica con un certo successo. Il Dottore era un personaggio singolare ed esercitava con estrema facilità la difficile arte di farsi numerosi amici nei nuovi circoli in cui entrava continuamente, perdendoli di nuovo, con non meno rapidità. A questa regola vi furono molte eccezioni, tra cui alcuni degli uomini più straordinari dell’epoca. Lord Brougham, ad esempio, gli rimase fedele per molti anni, nonostante l’odio che sua signoria incorse nel procurargli l’incarico legale a cui si riferiva; poiché gli antecedenti del Dottore offrivano validi motivi per dissuadere i censori che si infuriavano così tanto nei confronti di un esercizio di mecenatismo in qualche modo simile al favore del signor Charles Phillips dopo il memorabile affare Courvisier. Il Dottore, nonostante le abitudini piuttosto sfavorevoli allo studio, fu uno scrittore instancabile, mettendo su carta tutto ciò che vedeva e, secondo alcuni, molto altro ancora. Dato che riusciva a mescolarsi nella società più eterogenea, da quella più alta all’estremo opposto, ed era particolarmente meticoloso nell’annotare tutto ciò che osservava, o, addirittura, sospettava, si può presumere che i suoi appunti privati fossero piuttosto curiosi. Non sappiamo quante di queste rivelazioni del sistema sociale britannico abbiano intrattenuto i nostri amici dall’altra parte dell’oceano; ma abbiamo motivo di credere che sia stato estremamente comunicativo sia nella stampa che in altro modo, e non dubitiamo che sia passato per un vero oracolo; poiché riceveva lettere da quasi tutti quelli di minore distinzione, o meglio notorietà, in Inghilterra, ed era un riferimento ambulante per quanto riguarda i loro genitori, la loro parentela e le loro prestazioni. Il defunto Sir Robert Peel diede a suo figlio (nato dal primo matrimonio) un buon incarico nell’ufficio delle accise circa dieci anni fa; ma crediamo che l’imbarazzo del Dottore, causato, si dice, dal fatto di diventare garanzia per gli amici, portò alla sua decadenza.
Riportata nei giorni successivi da numerosi altri giornali.
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Mentre in Inghilterra lo compiangevano, in America il suo agente letterario continuava a pubblicare studi e raccolte curati da Mackenzie.
The life of the Right Honorable John Philpot Curran, late master of the rolls in Ireland / by his son, William Henry Curran, with additions and notes by R. Shelton Mackenzie, D. C. L., New York : W. J. Widdleton, 1855.
Miscellaneous Writings of the Late Dr. Maginn, New York: Redfield in 5 volumi:
Vols. I + II - The O’Doherty Papers (1855)
Vol. III - The Shakespeare Papers (1856)
Vol. IV - Homeric Ballads and Translations and Comedies of Lucian (1856)
Vol. V - The Fraserian Papers (1857-59)
Come niente fosse poi, il 12 Settembre 1857 il Dublin Weekly Nation diede la notizia:
Dr R. Shelton Mackenzie è entrato alle dipendenze del nuovo giornale del colonnello Forney, The Philadelphia Press, con il ruolo di responsabile della sezione esteri e di quella letteraria.
Vivo e vegeto, nell’agosto del 1857 lasciò il New York Daily Times e si trasferì a Philadelphia e qualche mese dopo ottenne la cittadinanza americana.

Il 13
febbraio 1858 a Philadelphia, Robert sposò Wilhelmine Jakobine Helene
Euphrosyne Adelheid Zwißler, ventisei anni, residente a Baltimora.
Il
padre fu un uomo del clero luterano, professore all’Università di
Tubinga. Originari di Reutlingen nel Württemberg, emigrarono nel 1853.
Sicuramente Adelheid, con la madre Wilhelmine e la sorella Constantia.
L’anno successivo arrivò anche il fratello Theodore. Non è chiaro se il
padre morì prima o rimase in Germania.
Qualche tempo più tardi, l’unione tra Robert e Adelheid diede il primo frutto. Constanzia Julia Leonore Eliza, nata il 3 agosto 1859 e battezzata il 31 ottobre.
A quel punto la moglie rimasta in Inghilterra venne in qualche modo a conoscenza della situazione di quello che era ancora legalmente suo marito. Intraprese un’azione legale contro di lui per ottenere il divorzio e dopo due anni arrivò la sentenza che dissolveva il matrimonio a causa del comportamento adultero e bigamo del coniuge, condannandolo al risarcimento dei costi.
Dal tribunale alle edicole il percorso fu breve e i fatti diventarono di pubblico dominio.
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Nè le carte del divorzio, tantomento i resoconti della stampa menzionano il destino della piccola Violet May. Il mistero è svelato dal censimento federale degli Stati Uniti del 1860:
Nome: Robt S. McKenzieEtà: 50
Residenza in: Philadelphia, Pennsylvania
Conviventi:
Adelaide McKenzie 28
Constance Switzler 21
Violet M. McKenzie 8
Constantia McKenzie 10/12 m.
Violet era rimasta a vivere con il padre a Philadelphia e all’epoca del divorzio abitava quindi con la matrigna, la di lei sorella e la propria neonata sorellastra Constantia.
Henrietta Georgina invece, dopo il divorzio sposò Josiah Newman Merrick il 18 maggio 1863 a Brook Hill, Sheffield, Yorkshire, ebbe un altro figlio nel 1869 e nello stesso anno morì, di parto, data la coincidenza.
A Philadelphia Robert e Adelheid battezzarono altre due figlie:
- Adele Wilhelmina Mackenzie, nata il 1 maggio 1861
- Marion Mackenzie, il 14 gennaio 1863
Mackenzie aveva piantato le radici nella città dell’amore fraterno, continuava a lavorare al Philadelphia Press (praticamente fino alla sua morte), animava la scena culturale orientale, talvolta involontariamente.
Come la volta che fu coinvolto nella controversia che circondava The Fire Fiend and other Poems di Charles D. Gardette. Quando la poesia fu pubblicata per la prima volta nel suo giornale, il 30 settembre 1864, commentò:
Crediamo che le abbia scritte Poe.
17 novembre 1864:
Ritenevo che Poe mai avrebbe potuto scriverle.
21 novembre 1864:
Non abbiamo mai creduto che Poe potesse averle scritte.
I cambi di posizione di Mackenzie sull’opera portarono a uno scambio di lettere tra lui e Gardette e alle critiche a Mackenzie sul Saturday Press, che concludeva la querelle con la domanda:
Quanto vale l’opinione del dottor Mackenzie?
Tuo, senza molti dubbi sull’argomento,
AB.
Nonostante qualche caduta di stile era comunque una vera socialitè. Conosceva quasi tutti nei salotti culturali e politici, frequentava circoli e club, ad esempio il Robert Burns Club, al quale invitò anche Abraham Lincoln.
Il suo pupillo John Russel Young, (apprendista al Philadelphia Press che in seguito, tra le altre cose, fu il reporter ufficiale del tour mondiale del Presidente Ulysses S. Grant), lo ricordava così:
Il saggio e prudente Mackenzie parlava in base al proprio conservatorismo, che era anche il giudizio letterario del momento. Whitman, secondo lui, non era rispettabile. Mackenzie aveva opinioni nobili ma vetuste su ciò che era appropriato per accapparrarsi le simpatie letterarie. Era vissuto quando Giorgio III era re. Era stato amico di Moore e Southey, aveva cenato con Sir Walter Scott. Nel profondo del suo cuore vedeva molte cose che potevano essere salvate in Tennyson, così come in Thackeray, Bulwer e altri “nuovi scrittori”.
Anche la moglie Adelheid, forse incoraggiata dal marito, si cimentò nell’arte letteraria. Tenerissima la dedica della sua prima opera
Married against reason, Boston: Loring, 1869

Al quale seguì:
Aureola, Or, The Black Sheep. A Story of German Social Life, Philadelphia: Claxton, Remsen & Haffelfinger, 1871
E nel 1875 una sua novella a puntate e la traduzione dal tedesco di un racconto pubblicato dal Potter’s American Monthly.
Infine un romanzo anonimo, che la Libreria del Congresso le attribuisce:

La famiglia Mackenzie rimase sempre unita. Nei censimenti degli anni 1870 e 1880: Robert S., Adelherd, Mary/May Violet, Constance, Adele, Marian e Constance Zwissler sono tutti sotto lo stesso tetto.

Il dottore di persona è alto e corpulento, alto circa un metro e settanta. La stessa di William Shakespeare. Il suo volto è un perfetto fac-simile di Dean Swift, il famoso decano di San Patrizio. È completamente calvo e il difetto è nascosto da una parrucca realizzata in modo così artistico che nemmeno sua madre non lo riconoscerebbe.
Robert Shelton lascia questo mondo il 21 novembre 1881.
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Articolo del Philadelphia Times del 24 novembre 1881:
Il funerale del defunto sig. Robert Shelton Mackenzie ha avuto luogo ieri pomeriggio dalla sua residenza 3334 Walnut Street. Nel corso della mattinata sono venuti a rendere l’estremo omaggio al defunto moltissimi amici di famiglia. Il Rev. Claxton lesse il servizio di sepoltura episcopale dopo il quale il suo corpo, racchiuso in una bara, fu trasferito nel cimitero di Woodland e sepolto. Il corteo è stato seguito fino alla tomba di famiglia del defunto dai seguenti conoscenti: Herrera William Stedman, Nevin jr., Louis Gruel, William Carroll, Theodore Carroll e William Campbell.
Nei giorni e mesi successivi una pletora di necrologi si moltiplicò attraverso la carta stampata. Ogni giornale, come un tributo alla categoria, pubblicò stralci della sua biografia, quella che tanto accuratamente lo stesso Robert aveva preparato.
Coerente con il personaggio, in Appleton’s Annual Cyclopaedia and Register of Important Events of the Year 1881, New York: Appleton and Co., 1882, per un refuso, venne indicato il 30 novembre 1880 come giorno del decesso. Attraverso il ben conosciuto processo di copia/incolla, all’opera anche oltre cento anni fa, si consolidò anche questa data alternativa, che non è raro trovare tuttora in pur accreditate opere.
Anche dopo la morte di Robert la famiglia non si separò mai. Constantia, che si faceva chiamare Constance, sposò l’avvocato John Stephens Durham il 1 luglio 1897, ma non abbandonò la casa parentale.
Nel censimento del 1900 infatti:
Adelhido Mackenzie
Constance Durham
May V. Mackenzie
Adele W. Mackenzie
Marion Mackenzie
Constance Zwissler
Dal quale risulta, così come in quello successivo, che tutte le figlie di Robert erano maestre di scuola.
Cresciute
nella biblioteca del padre, furono educate privatamente a domicilio.
Constance riconobbe subito il valore del sistema della scuola materna ed
entrò alla Philadelphia Training School, allora sotto la direzione
della signora M. L. Van Kirk.

Dopo
la laurea contribuì allo sviluppo del sistema scolastico. Lavorò per
l’International Kindergarten Association, al Council of Women di
Chicago, fece parte di commissioni di studio, tenne molte conferenze e
scrisse diversi articoli sull’argomento. Nel 1881 fu nominata direttrice
del primo asilo pubblico di Philadelphia e scelse sua sorella Adela
come assistente.
A causa della continua cattiva salute del presidente
del Dipartimento di Kindergarten della National Educational
Association, Miss Susan E. Blow, Constance, in qualità di
vicepresidente, se ne assunse l’amministrazione. Nel 1887 per lei fu
appositamente istituito il ruolo di Director of Public Kindergartens.
Nel 1889 Adele era direttrice dell’asilo tra la Ventiduesima e Locust street, la sua vice la sorellastra Violet May. Marion si dedicò alla scrittura di manuali per gli insegnati, si laureò in scienze naturali e divenne professoressa di biologia e fisiologia, prima al Constantinople College e poi alla Temple University.
Poco
prima che il padre morisse, Constance conobbe e si innamorò di John
Stephens Durham, che a differenza di tanti afroamericani le cui radici
affondavano nella schiavitù, era invece discendente di illustri uomini
di successo, tra cui Clayton e Jeremiah Durham, che assistettero Richard
Allen nella fondazione della Chiesa episcopale metodista africana.
Durham
nacque nel 1861, frequentò l’Università della Pennsylvania, che gli
conferì la laurea B.S. nel 1886 e il diploma (C.E.) in ingegneria civile
nel 1888. Mentre studiava, lavorò presso la stessa Università come
custode, poi nell’ufficio postale di Filadelfia e infine come reporter
per il Philadelphia Times. Laureato, Durham divenne redattore associato del Philadelphia Evening Bulletin, posizione che ricoprì fino al 1890.
Nell’era
repubblicana (1865–1912), ma soprattutto negli anni precedenti il
1900, i laureati afroamericani erano una risorsa preziosa. Durham era
quindi un candidato naturale per una nomina politica. Non c’era da
meravigliarsi quindi che il presidente Benjamin Harrison, nel maggio
1890, lo nominasse Console Generale nella Repubblica di Santo Domingo.
Il risultato più notevole del suo incarico fu la conclusione di un
trattato di reciprocità tra gli Stati Uniti e Santo Domingo, successo
tale da convincere il Presidente Harrison, il 3 settembre 1891, a
nominarlo Ministro ad Haiti.
Tornato a Filadelfia, Durham riprese gli
studi di diritto e nel 1895 fu ammesso all’Ordine degli avvocati della
Pennsylvania. La pratica della legge fu breve, nel 1896 tornò a Santo
Domingo per gestire una piantagione di zucchero, cosa che fece per i
successivi quattro anni. Durante uno dei suoi viaggi di ritorno a casa,
il 1° luglio 1897, sposò Constance.
Si dice che si sia trattato di un
matrimonio ritardato di dieci anni a causa dei timori di ciò che una
simile relazione interrazziale avrebbe dovuto affrontare. La loro sorte
deve essere stata resa difficile, almeno dai bianchi che sapevano che
Durham era un negro, e dai neri che sapevano che Constance era bianca.
Gli estranei, ovviamente, li scambiavano entrambi per bianchi, poiché
non c’era alcuna differenza distinguibile nel colore della pelle.
Nel censimento del 1910 non c’è più l’anziana Adelheid, morta nel 1902, ma si aggiunge il genero e il nipote Shelton (che non raggiungerà l’anno d’età):
May V. Mackenzie
Adele W. Mackenzie
Marion Mackenzie
John S. Durham
Constance Durham
Shelton Durham
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Mary Dormer Harris, The ancient records of Coventry; a paper read before the Dugdale Society at St. Mary’s hall, Coventry, on Saturday, October 25th, 1924, Printed for the Dugdale Society by A. J. Stanley, Tudor press, 1924
Thomas Powell, Poet’s Homes. Robert Shelton Mackenzie, poet, editor, and novelist, in Our Boys and Girls Monthly, Vol. XI, №225, aprile 1872, Oliver Optic editore
Bye-gones, Relating to Wales and the Border Counties, 1882–83, Oswestry: Caxton Press, 1883
John Russell Young, Men and Memories, in Evening Star del 16 gennaio 1892
Charles E. Wynes, John Stephens Durham, Black Philadelphian: At Home and Abroad, in The Pennsylvania Magazine of History and Biography, Vol. 106, №4 (Oct., 1982), Philadelphia: University of Pennsylvania Press




















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